di Mauro Frojo
Ebbene sì, mi dichiaro: sono un Camminatore.
Uno di quelli che quando gli chiedono cosa fanno quest’estate, risponde: “Un Cammino a piedi”. E spesso la controrisposta è “no…non hai capito!!! Intendevo cosa fai questa estate come vacanza!!“
Mi piace: preparare lo zaino, scegliendo con cura cosa portare con me, il minimo indispensabile; mi piace partire, e seguire con calma un percorso più o meno lungo (settimana/e), che colleghi tra loro vari luoghi. Luoghi legati come da un filo immaginario, lentamente tessuto da una mano paziente, a me sconosciuta. E mi piace essere proprio lì, in equilibrio lungo questo filo delicato, eppure resistente.
Privilegio: piccoli paesi poco conosciuti, donne ed uomini che a pelle mi attraggono, e la Natura. Seguo un percorso prestabilito, ma se “sento” di fare una deviazione, non me ne faccio un problema, e vado.
Incontro: persone diverse, dalle molteplici varietà di Camminatori alle diverse persone che nutrono i nostri fantastici paesini. Incontro Natura, la più varia (migliaia di libri non possono descriverla in tutte le sue sfaccettature). Incontro poi i miei bisogni semplici (fame, sete, bisogni fisiologici, riposo e sonno) e le mie emozioni (fatica, dolore, paura e gioia, entusiasmo e molte altre). Incontro la mia capacità di organizzare una logistica che supporti e tuteli il mio Cammino.
Cerco: la riconnessione con il mio corpo e con me stesso in genere. Cerco la liberazione da una miriade di falsi bisogni e di pensieri indotti. La gioia di relazioni umane che, seppur a volte brevi o brevissime, a volte raggiungono profondità che rimangono proprio lì, in fondo al cuore. Cerco La bellezza sempre, dovunque, comunque e con chiunque. E cerco la connessione fra tutto questo.
Trovo: sempre situazioni diverse da quelle che pensavo sarebbero accadute, per cui con il tempo ho imparato a ridurre di molto le aspettative (positive e negative). E mi è andata bene così.
Capisco: che a mano a mano che i giorni si susseguono, lungo il Cammino, tutto intorno e dentro di me diventa gradualmente più semplice, più naturale, più fluido. Ed il navigare in questo mare è sempre più a favore di vento.
Sento: che questa è una dimensione per me naturale e, anche se raggiunta con un po’ di fatica, spontanea. Sento che guardando, ascoltando, conoscendo, emozionandomi per quello che accade fuori di me, ed in relazione a me, si schiudono porte, vecchie e nuove, dentro di me. E sento che degli stretti corridoi bui un po’ alla volta magicamente si allargano, si illuminano, e mi permettono di trovare delle connessioni fra luoghi interni, dell’anima, che mai avrei immaginato. E sento che, come se non vi fosse barriera fisica alcuna, questi legami si espandono fuori di me, con quello che mi circonda, fino a diventare una grande, meravigliosa ed intrigante ragnatela.
Io non ne sono che un piccolo filo sottile, ma la gioia di farne parte mi sovrasta.
Ebbene sì, sono proprio un Camminatore.
Riconosco: che probabilmente molte delle barriere, dei confini che tutti pensiamo esistano dentro di noi, fra la nostra anima ed il nostro corpo, fra noi umani tutti, ed infine fra noi e tutto il Creato che ci circonda, sono solo dei piccoli, banali strumenti che la nostra mente utilizza per facilitare il proprio non facile compito di interpretazione del mondo.
Ma le interconnessioni esistenti sono talmente radicate e profonde da rendere magico anche il solo sentirle.